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“Il 2024 si è chiuso come uno degli anni più piovosi, quindi anche con la qualità dell’aria migliore di sempre, o almeno da quando le polveri sottili (Pm10) sono misurate dalla rete sensoristica installata in tutti i capoluoghi da Arpa Lombardia. In un quadro di progressivo, seppur troppo lento, miglioramento della qualità dell’aria, i due dati sono collegati, visto che il clima perturbato e piovoso abbatte e disperde gli inquinanti atmosferici”.

Così, a inizio anno, Legambiente Lombardia, traccia un bilancio dell’anno che si è appena chiuso sul fronte della qualità dell’aria. ”Le politiche per la qualità dell’aria dimostrano la loro efficacia nel tempo, ma si prenda atto che sono trainate dal quadro di regole dettate dalla Ue – dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – . In questo scenario normativo, latita invece il protagonismo di regioni e città quanto a investimenti e azioni incisive. Se nonostante i miglioramenti la Pianura Padana resta l’area più inquinata d’Europa è anche per la mancanza di una regia territoriale efficace per ciò che riguarda, ad esempio, le strategie di mobilità, il riscaldamento civile e le politiche agricole. Ci aspettiamo che tutto ciò sia sviluppato quanto prima, a partire dal nuovo Pria, il Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria”.

“Il dato medio in miglioramento del 2024 nasconde comunque profonde differenze tra città: decisamente male è andata Milano, che peggiora notevolmente il dato del 2023. Male anche la bassa Padana: Cremona si conferma come città più inquinata della Lombardia come, a seguire, gli altri capoluoghi della pianura – spiega l’associazione – Un dato di fatto che indica come le emissioni che derivano dalle attività agricole, e in particolare dagli allevamenti intensivi, incidano sempre più sulla qualità dell’aria”. Infatti, “tra le stazioni di misura i cui valori sono monitorati da Legambiente spicca anche quest’anno un piccolo centro, quello di Soresina, lontano da grandi arterie autostradali e da grandi concentrazioni industriali ma immerso in un contesto agricolo che vanta la più alta densità di capi allevati in Italia e conseguenti elevate emissioni di ammoniaca, che nei mesi invernali è il precursore della formazione di particolato sottile”.

”È sempre più chiaro che non sarà possibile raggiungere gli obiettivi di qualità dell’aria della nuova direttiva Ue senza un’azione che chiami in causa il sistema agrozootecnico padano – dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – .Non si tratta solo di aggiornare gli allevamenti, ad esempio mediante le coperture delle vasche e i limiti agli spandimenti di liquami: occorre, insieme a ciò, ristrutturare un settore troppo cresciuto nei decenni passati per rispondere al richiamo dell’industria alimentare, portandolo invece a produrre meno ma meglio, e in equilibrio con il territorio, riducendo così anche l’impatto sulla qualità dell’aria”.

Il dato di salute dell’aria più negativo resta quello relativo al numero di giornate di inquinamento oltre la soglia critica che, per la legislazione vigente (in via di superamento per il recepimento della nuova direttiva Ue), è fissata al valore di 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo di aria: le giornate di smog sono tipicamente concentrate nelle stagioni fredde, che sono coincise con i mesi in cui, anche nel 2024, ha piovuto di meno – spiega Legambiente – .Il dato del numero delle giornate di smog per quasi tutte le città è stato decisamente peggiore rispetto all’anno precedente, con Milano ancora in testa alla classifica dei capoluoghi, con 68 giornate di smog (erano state 49 nel 2023), seguita da Cremona con 57 e dagli altri capoluoghi della pianura, tutti ben oltre il numero di 35 giornate di ‘franchigia’ che la vigente normativa contempla. La situazione peggiora nei piccoli centri della pianura zootecnica: Soresina di nuovo batte tutti i capoluoghi con ben 75 giornate di smog nel 2024. Un quadro decisamente migliore si incontra spostandosi verso l’Alta Lombardia: Bergamo ha sforato per 40 giorni, Como per 21 giorni (quindi al di sotto del numero contemplato dalla norma attuale, ma al di sopra delle soglie fissate dalla nuova direttiva), mentre Varese, Lecco e Sondrio, tutte al di sotto delle 10 giornate di ‘aria cattiva’, chiudono l’anno consolidando il giudizio positivo di qualità dell’aria per queste località.

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