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Qualche settimana fa all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento giunge un cittadino africano lamentando un forte malessere e con lesioni della cute che hanno fatto sospettare un caso di vaiolo delle scimmie. Scoppia il panico e i pazienti che attendono in Pronto Soccorso iniziano un veloce fuggi fuggi prima che fosse fatta chiarezza sulla diagnosi delle lesioni, una impetigine infettiva. 

Dunque, un falso allarme. Ma il fatto di avere scarsa conoscenza della malattia insieme a un inappropriato terrorismo, spesso giornalistico, giustifica in parte la descrizione dei fatti riportata da Agrigento Notizie

Nel frattempo il covid è scomparso dai radar. Almeno, se ne parla meno. Quel che è certo è che è sparita la corsa al tampone (con un indice di positività in diminuzione al 30 agosto, dati ministeriali) e anche la mascherina è finita nel cassetto, indossata solo in caso di un sospetto nel vicinato. Non è più il covid dell’inverno 2020, il virus che ha mietuto centinaia di vittime inconsapevoli, come inconsapevoli furono gli operatori sanitari tenuti a bagnomaria e un po’ meno i politici al soldo dell’industria del farmaco. Non è più quella forma aggressiva che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro per riportare notizie di speranza, di lutti e dichiarazioni di esperti dell’ultima ora mollemente seduti a pontificare sulle poltrone dei talk show nostrani. Oggi, nella maggior parte dei casi, il covid assomiglia molto da vicino a una forma influenzale che ti accompagna per pochi giorni con febbre, modesta rinorrea e fastidiosa secrezione bronchiale con tossicola, talvolta perdita del gusto e dell’olfatto. Come già detto, a parer mio servirebbe un aggiornamento del vaccino adattato a Omicron XBB.1.5 che, in via teorica ma non nella pratica (viste le numerose reinfezioni), dovrebbe coprire la variante più recente responsabile della attesa recrudescenza estiva; un aggiornamento a beneficio delle categorie più a rischio: anziani, fragili e operatori sanitari. Ma il covid ormai non tira più, i politici hanno capito che non c’è più nulla da portare a casa, lo hanno capito anche i redattori dei giornali. Oggi il virus delle scimmie ha preso il posto del covid nei dispacci giornalistici e nelle conversazioni a tavola fra amici.

La paura, come capita spesso, è figlia dell’ignoranza.

Vediamo di fare chiarezza.

Il vaiolo delle scimmie, dichiarato emergenza sanitaria globale dalla Oms, è un poxvirus (monkeypoxvirus, mpox, MPXV) simile al noto virus del vaiolo umano causato da un orthopoxvirus.

Il primo caso di trasmissione umana fu segnalato nel lontano 1970 nella Repubblica Democratica del Congo. Ad oggi in Africa centrale, il vaiolo delle scimmie è endemico e il numero di casi segnalati è in rapida ascesa.

I sintomi della malattia includono febbre, cefalea, dolori muscolari seguiti successivamente dalla comparsa di pustole cutanee sul volto e in seguito generalizzate.

La novità è che la malattia ha lasciato il continente africano. In Italia i nuovi casi descritti negli ultimi mesi sono nove, due in Friuli Venezia Giulia, uno in Lombardia e sei in Veneto, tutti in corso di monitoraggio e non clinicamente gravi come riferito periodicamente dal ministero della Salute. Dal maggio 2022, quando fu descritto il primo caso di infezione in Italia, sono stati confermati 1.056 contagi, 262 dei quali collegati a viaggi all’estero. Come in tutto il resto del mondo, la maggior parte dei pazienti è di sesso maschile con una mediana di 37 anni.  La trasmissione avviene per contatto diretto con fluidi corporei infetti (sangue, sudore, saliva, secrezioni genitali, essudato dalle lesioni cutanee, indumenti intrisi) e la maggiore diffusione sembra avvenire in corso di rapporti sessuali fra contagiati, in maggioranza omosessuali.

Di questa virosi esistono due sottotipi: il clade 1 e il clade 2, il primo considerato più grave e letale. 

Ad oggi l’ultima variante conosciuta è la clade 1b individuata in una popolazione di donne dedite alla prostituzione (città mineraria di Kamituga, Repubblica Democratica del Congo). Questa variante è trasmessa anche con rapporti eterosessuali o per contatti non sessuali in età scolare. La mortalità è bassa, pari al 3.6% dei casi in una enclave di piccole dimensioni.

Per sapere se mpox possa diventare una nuova pandemia stile covid mancano ancora parecchi dettagli. La cosa certa è che la Bavarian Nordic, unica azienda con un vaccino per questa malattia approvato negli States (Imvanex®), ha visto volare le proprie azioni dopo che l’Oms ha dichiarato il vaiolo delle scimmie emergenza sanitaria globale: si parla di un guadagno solo negli ultimi mesi di oltre il 43% e dal primo gennaio mediamente vicino al 55%. 

Sotto questo aspetto la somiglianza tra covid e mpox è molto forte. Quando si tratta di speculare sulle malattie l’industria del farmaco sa come fare, e non ci sarebbe molto da stupirsi se a breve qualche politico dicesse la sua a vantaggio di un guadagno che finirebbe per accontentare tutti, aziende e governi. 

E non potevano mancare i complottisti, i quali ricordano che l’approvazione del vaccino della Bavarian Nordic da parte della FDA è datata 2018, quindi molto prima dell’ondata del 2022, sollevando in modo pruriginoso l’ipotesi che le informazioni sulla malattia siano state costruite ad arte per poter commerciare un vaccino già pronto per essere venduto e utilizzato, ad eccezione per alcune categorie a rischio per le quali la vaccinazione è gratuita, nelle quali rientra il personale di laboratorio con possibile esposizione all’orthopoxvirus e una popolazione mista costituita da pazienti gay, transgender, bisessuali e maschi omosessuali con storia di rapporti negli ultimi tre mesi con più partner (Msm, “Men who have sex with men”) a cui vanno aggiunti eterosessuali con “particolari” esigenze (partecipazione a eventi di sesso di gruppo o in locali/club/cruising/saune, recente infezione sessualmente trasmessa, abitudine alla pratica del chemsex ovvero associazione di droghe chimiche e atti sessuali) come ricordato da circolari ministeriali 2022 (vedi anche www.vittorianozanolli.it del 10 settembre 2022). 

Escludendo per principio la possibilità che in Italia vi sia chi per abitudine si ciba della carne di animali infetti (per la maggior parte roditori) fonte di contagio in Africa, è possibile che mpox resti confinato alle popolazioni a rischio indicate dal ministero della Salute per le quali la vaccinazione è gratuita. Ma siccome dai nostri governanti c’è da aspettarsi di tutto, possiamo immaginare che a breve inventino qualche escamotage per lucrare anche su queste categorie. 

Al momento ciò che davvero interessa è avere garanzia che questa malattia non viri verso l’epidemia al di fuori del continente africano. Quindi, stretta sorveglianza evitando panico e  allarmismi. 

 

Fernando Cirillo

Per saperne di più vedi https://www.epicentro.iss.it/mpox/

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